Le Migliori Canzoni dei Depeche Mode

Una delle band più geniali, innovative e incensate al mondo. Nati nella fredda Inghilterra ma pieni di caldi synth e drum machine incastonate su una voce incredibile. Abbiamo già incontrato i DM in un altro articolo, rivelando 3 segreti nella produzioni di 3 brani iconici della band, ma oggi andiamo più a fondo, scoprendo Le Migliori Canzoni dei Depeche Mode.

Gli Inizi

I Depeche Mode nascono nel 1980 a Basildon, un piccolo sobborgo londinese nella contea dell’Essex. La formazione iniziale dei Depeche Mode vede:

  • Dave Gahan – Voce 
  • Martin Gore – Sintetizzatori, voce, tastiere, chitarra, cori 
  • Andy Fletcher –Sintetizzatore, tastiera, basso, cori
  • Vince Clarke – Sintetizzatore, chitarra, cori, drum machine

Vince Clarke, lascerà la band nel 1981, per fondare gli Yazoo. Prenderà il suo posto Alan Wilder, che rimarrà fino al 1995, occupandosi di sintetizzatori, batterie, pianoforte, cori e drum machine.

La carriera della band inglese inizia sul finire degli anni ’70, con i componenti che maturano diverse esperienze in alcuni formazioni giovanili della scena underground. La prima formazione ha come nome Composition of Sound, ma manca un cantante, che viene trovato una sera in un locale, dove un giovanotto moro stupisce tutti interpretando alla grande Heroes di David Bowie. E’ Dave Gahan. Gli viene proposto di entrare nei Composition of Sound, che però secondo l’ultimo arrivato non suona tanto bene e ne propone uno nuovo: Depeche Mode.

Il Successo con Just Can’t Get Enough

La nuova formazione, inizia subito a produrre, con Vince Clarke che è il principale scrittore del materiale della band. Dopo che il primo singolo Photographic, ottiene un discreto successo nelle radio minori, i DM, iniziando la produzione del primo album: Speak and Spell.

Prodotto da Daniel Miller e pubblicato il  5 ottobre 1981, Speak and Spell viene trainato dal supersingolo ossessivo Just Can’t Get Enough, che conquista in men che non si dica radio e discoteche di mezza Europa.

I Depeche Mode ottengono un buon successo, che li porta ad una vita on the road verso la quale Vince Clarke è poco propenso. Clarke lascia così la band, fondando gli Yazoo con la cantante inglese Alison Moyet.

Martin Gore, prende così in mano le redine nella scrittura dei brani, mostrando tutto il talento presente nel suo spirito.

Nel 1982 viene pubblicato il secondo lavoro, A Broken Frame, dove la band inizia a prendere più confidenza e fiducia nei propri mezzi e capacità.

L’anno seguente è la volta di Construction Time Again, trainato dall’ottimo singolo Everything Counts, che verrà anche presentato in Italia da Mike Buongiorno in un surreale momento televisivo.

Some Great Reward

Il lavoro successivo, Some Great Reward (1984), è il primo vero punto di svolta nella carriera della band, che inizia ad esplorare atmosfere più cupe e profonde. L’album è registrato a metà tra i Music Works di Londra e gli  Hansa Mischraum di Berlino, sotto l’occhio vigile di Daniel Miller.

I singoli, People are People, Master and Servant e Blasphemous Rumours/Somebody, mostrano una grande forma da parte dei DM, che continuano nel frattempo ad alternare le produzioni in studio e le performance Live.

Black Celebration e Music for the Masses

I Depeche Mode, hanno ormai imboccato un’autostrada tutta loro, che prendono a velocità massima per il successivo lavoro: Black Celebration.

Pubblicato il 17 Marzo 1986, Black Celebration, continua nel solco dark che la band aveva trovato nel lavoro precedente, innalzando la scrittura e la produzione. Il disco sarà uno dei lavori più influenti degli anni ’80, grazie a singoli diventati vere e proprie pietre miliari, come Stripped, A Question of Lust, A Question of Time, But Not Tonight.

I DM sono in forma smagliante e nel 1987 esce Music for the Masses, registrato tra i Studio Guilliame Tell di Parigi e i Konk di Londra tra febbraio e luglio. Il risultato sarà un vero e proprio botto a livello commerciale in tutto il mondo.

La maturità di Gore nella scrittura e di Gahan nel canto, si fanno sempre più evidenti e presenti, con i due interpreti ispiratissimi nel creare hit di grandissimo successo e personalità.

I singoli Strangelove, Behind the Wheel, Little 15 e soprattutto l’inno da stadio Never Let Me Down Again, portano i DM in vetta anche alle classifiche americane, da sempre ardua terra di conquista per i gruppo inglesi.

Il successivo Music for the Masses Tour, sarà un trionfo inaudito, con show come quello tenuto al Pasadena Rose Bowl , dove la band fa impazzire 60.000 persone.

Dopo il lungo tour, la band si prende un po’ di pausa, pronta per tornare in studio nel 1990 con un nuovo album: Violator.

La Consacrazione con Violator

Violator, viene pubblicato il 19 marzo 1990, portando i Depeche Mode alla definitiva maturazione e consacrazione internazionale.

L’album è un capolavoro di scrittura e produzione elettronica, grazie anche alla produzione di un genio come Flood. Il disco balza in testa nelle classifiche di tutto il mondo, trascinato da singoli mostruosi come Personal Jesus, Enjoy the Silence, Policy of Truth e World in My Eyes.

Parte del disco, viene registrato a Milano, nei Logic Studios dei fratelli La Bionda, con tecniche surreali e incredibili. Le percussioni in Personal Jesus sono il risultato della registrazione del rumore degli stivali dei componenti della band, che ossessivamente costruiscono il cuore ritmico.

Violator, porrà un netto solco nella musica elettronica, diventando manifesto e ispirazione per moltissimi artisti, come i Pet Shop Boys. Neil Tennant, cantante del duo inglese dichiarerà durante la presentazione dell’album Behaviour:

“Abbiamo ascoltato Violator dei Depeche Mode, che è un album molto bello e ne siamo profondamente invidiosi”. Anche Chris Lowe concordò, dicendo: “Loro hanno alzato il livello della qualità”

Gli Anni 90 e la morte per 3 Minuti di Dave Gahan

Il grande successo di pubblico e critica di Violator, cambia radicalmente le abitudine della band, che inizia un nuovo percorso di ricerca musicale che culmina con l’album  Songs of Faith and Devotion del 1993.

I singoli I Feel You, Walking in My Shoes e In Your Room, sono lo specchio di questo cambiamento. I suoni elettronici vengono ammorbiditi, così come le batterie elettroniche che lasciano il posto a quelle acustiche, rendendo il lavoro molto più vicino al genere alternative.

L’album è un grandissimo successo, ma le ripercussioni dei ritmi di lavoro e dell’incessante routine studio/promozione/tour/studio/promozione/tour si fa sentire in ognuno dei membri.

Le forti crisi depressive per Andy, una tossicodipendenza da speedball per Dave, ed una continua incomprensione tra Martin e Alan, iniziano a minare l’equilibrio dei DM.

 Il The Devotional Tour, mette a dura prove i demoni interiori di ognuno dei componenti della band e nel 1995 Alan Wilder lascia la formazione, in aspra polemica con gli altri membri.

Il 28 maggio del 1996, Dave Gahan viene dichiarato clinicamente morto dai paramedici dell’unita di soccorso di Los Angeles, a seguito di un’overdose di eroina e cocaina. Tornerà alla vita dopo tre minuti esatti.

Ultra, Delta Machine e Spirit

I Depeche Mode, nel momento più duro della loro carriera si guardano negli occhi e decidono di andare avanti. Dave Gahan inizia un duro programma di riabilitazione e Gore metabolizza la fuoriscita di Wilder.

Il risultato di questo sforzo umano sarà Ultra del 1997, album intenso, caldo e profondo, trainato dall’ottimo singolo Barrel of a Gun.

Gli anni successivi, vedono la band, assai prolifica e produttiva, pubblicando album all’incirca ogni 2/3 anni.

Nel 2001 esce Exciter, nel 2005  Playing the Angel, nel 2009 Sounds of the Universe, nel 2013  Delta Machine e nel 2017  Spirit.

Gli ottimi singoli estratti, come Dream On, I Feel Loved, Precious, A Pain That I’m Used To, Wrong, Heaven, Should Be Higher, Where’s the Revolution, mantengono altissimo il livello artistico della band, che con l’evoluzione della tecnologia, iniziano a esibirsi in live sempre più mastodontici, complessi e incantevoli, aiutati dal regista e direttore della fotografia Anton Corbijn.

Enjoy the Silence Live

La discografia dei DM è ricca di perle di bellezza ed energia. Tanti sono i brani che hanno fatto la storia e hanno segnato balli, pianti, matrimoni, sesso in camporella, per milioni di persone in tutto il mondo.

Le Migliori Canzoni dei Depeche Mode

  • A Question of Lust
  • Blasphemous Rumors
  • Broken
  • Dream On
  • Enjoy The Silence
  • Everything Counts
  • Heaven
  • I Feel You
  • It’s No Good
  • John The Revelator
  • Just Can’t Get Enough
  • Master & Servant
  • Never Let Me Down Again
  • People Are People
  • Personal Jesus
  • Photographic
  • Policy of Truth
  • Shake The Disease
  • Strangelove
  • Stripped
  • Waiting For The Night
  • Walking In My Shoes
  • Where’s The Revolution

Ascolta la Playlist Spotify: Le Migliori Canzoni dei Depeche Mode

Curiosità: Cosa significa Depeche Mode?

Depeche Mode, venne scelto come nome della band e deriva da una rivista di moda francese e il suo significato è traducibile in una via di mezzo tra gazzettino di moda e moda pronta.

Per Godervi appieno la musica dei Depeche Mode, noi consigliamo un bel Gin Tonic.
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